Un camperista (senza camper) alle Azzorre.

Ci sono luoghi dove non è possibile arrivare in camper. Ma ogni camperista è prima di tutto, un viaggiatore, e allora perché rinunciare a vedere posti unici? Perché privarsi delle bellezze che il mondo ci offre? Soprattutto se queste sono a portata di mano. Se è possibile abbinare un viaggio in camper con un’escursione in aereo, allora perché non organizzarsi e approfittarne. Andiamo alle Azzorre!

Qualche anno fa lasciammo il camper in un campeggio a Porto per andare alla scoperta dell’isola di Madeira. Quest’anno, grazie alle promozioni di gennaio della TAP (la compagnia aerea portoghese) abbiamo acquistato due biglietti scontatissimi per volare, in maggio, all’isola São Miguel, la più grande dell’arcipelago delle Azzorre. Come sempre, abbiano portato con noi la nostra cagnolina, la piccola Olly. Pesando solo quattro chili cui ha potuto viaggiare con noi durante il volo, nel suo trasportino.

Ma andiamo per ordine. Dopo la bellissima esperienza di Madeira avevamo deciso, appena possibile, di replicare un’esperienza come questa. L’occasione si è presentata a gennaio tramite una mail della TAP, che proponeva biglietti da Lisbona a Ponta Delgada (Azzorre) e ritorno a 69 euro a persone, più il cane.

In giro per il Portogallo.

Avendo in programma in primavera il nostro consueto viaggio in Portogallo, abbiamo subito acquistato i biglietti. Ma come si organizza un camperista? Dove lasciare il camper per una settimana? Dove alloggiare sull’isola?
Il camper l’abbiamo lasciato in campeggio a Lisbona, presso il Lisboa Camping & Bungalows che effettua anche solo parcheggio, senza nessun servizio. Ti fanno parcheggiare il camper non in piazzola ma in un parcheggio interno, adiacente alla Reception. Ho pagato 10,80 euro al giorno.
Dal campeggio all’aeroporto, siamo andati con Uber (10 euro).

Portami qui 📌

Dove alloggiare:

Alloggio: abbiamo scelto un appartamento a Lagoa, un paese poco lontano dalla capitale Ponta Delgada. Una famiglia del posto che, nella propria casa, affitta due appartamenti. Per una settimana, abbiamo speso 315 euro. L’appartamento poteva ospitare fino a quattro persone, con una verandina che dava su un orto e da dove si vedeva l’oceano.

Alla dominica cuociono ancora il pane nel forno a legna, situato in veranda, e lo preparano anche per gli ospiti. La stessa famiglia noleggia due auto, in realtà non proprio recentissime, ma economiche. Insomma, niente di lussuoso, tutto molto alla mano, però ci si immerge veramente nella vita quotidiana degli azzorriani. Il modo perfetto per migliorare il mio portoghese, e per avere indicazioni e suggerimenti utili per visitare l’isola.

Questo di seguito, è in breve, il diario della mia settimana alle Azzore. Magari, specialmente se osservate le foto, potrebbe incuriosirvi e perché no, anche mettere in agenda, in un vostro futuro viaggio in camper in Portogallo, un’escursione in queste isole.

Primi giorni.

Atterriamo alle Azzorre (un’ora in meno rispetto al Portogallo) all’aeroporto di Ponta Delgada. Ci viene a prendere Tanja, la signora che ci ha affittato l’appartamento. Arriviamo a Lagoa, prendiamo confidenza con l’appartamento, ci consegnano l’auto, una vecchia Opel Corsa e raccogliamo informazioni utili per visitare l’isola.

Dopo una tappa veloce al Continente di Lagoa, per fare colazione e acquistare alcune cose, la nostra prima giornata alle Azzorre inizia con una visita completa di una piantagione di té, nell’unico posto in Europa dove viene coltivato. Una suggestiva passeggiata tra le piantagioni della Gorreana Tea Factory. Visita gratuita della lavorazione e poi la degustazione.  Una esperienza interessante quella della lavorazione, accentuata da un incredibile, forte, intenso aroma di tè.

Il tempo qui alla Azzorre è molto variabile, la minima è 16 gradi e la max di 20. Dopo la visita alla piantagione di té, proseguiamo nell’estrema punta di nordest, e arriviamo nel villaggio che si chiama proprio Nordeste. Un piccolo borgo che ha nei dintorni, due Miradouro: Ribeira da Boca, dal quale si vede in basso una piscina nell’oceano, e il Miradouro da Ponta do Arnel, dal quale si ammira dall’alto, un suggestivo faro a picco sulle rocce.

Ribeira grande.

L’ufficio del turismo ci ha sconsigliato di scendere al faro in auto, perché la strada è molto ripida. Infatti, il cartello indica una pendenza oltre il 20%. Torniamo verso Ribeira Grande, facendo una sosta al pittoresco Miradouro de Santa Iria. Le Azzorre sono bellissime!

A Ribeira Grande facciamo un giro nel centro e ammiriamo la bella piazza. Prima di rientrare a Lagoa, in appartamento, ci fermiamo nel centro commerciale Parque Atlantico, a Ponta Delgada, il più grande dell’isola, dove c’è un Continente molto ben rifornito.
Torniamo per la cena. Dalla veranda si vede l’oceano. Ci sentiamo a casa; è stata un’ottima scelta optare per un appartamento e non scegliere una camera d’albergo.

Lagoa do fogo.

È nuvoloso ma abbiamo visto ieri che a volte, improvvisamente, esce il sole. Non appena lasciamo la costa e ci dirigiamo all’interno, la strada si inerpica. Poi arrivano i tornanti. Quando arriviamo al passo, a circa 1000 metri di altezza, ci sono11 gradi e siamo immersi in una tormenta. Vento, pioggia e nuvole così dense da formare una fitta nebbia.

Non si vede assolutamente nulla. La strada inizia a scendere ed è molto ripida. Vado pianissimo, perché con la nebbia si vede poco e niente. Passiamo i due Miradouro e l’accesso al sentiero per il Lagoa de Fogo ma non ci fermiamo perché non si vede nulla, tira un forte vento e fa freddo. La strada scende ulteriormente e finalmente le nuvole si aprono. Proseguiamo verso nord sulla stessa strada e arriviamo a Caldera Velha. L’ingresso alla riserva naturale costa 3 euro a persona e 8 euro se si vuole fare il bagno nelle vasche. L’ambiente è verdissimo e lussureggiante. La temperatura è più accettabile, ci sono 17 gradi. Felci giganti, sorgenti d’acqua calda e la cascata. Sono state ricavate alcune vasche che raccolgono l’acqua calda per permettere alle persone di immergersi e rilassarsi. C’è anche una pozza bollente di acqua solfurea.

Il posto non è poi molto grande e lo visitiamo in un oretta. Lasciata Caldera Velha andiamo alla lunga spiaggia di sabbia nera di Santa Barbara, non lontano da Ribeira Grande. Bellissima spiaggia. Olly si diverte e anche noi facciamo una bella passeggiata. Ci sono alcuni Bombeiros (pompieri) che stanno facendo addestramento sulla spiaggia. Chiediamo a loro se li vicino c’è un posto per pranzare. Uno di loro ci consiglia Carlos Freire, una semplice Tasca (trattoria) a Riibeira Grande. Ci andiamo. Il posto è davvero alla mano, piatti semplici e abbondanti. Franca prende dei filetti di merluzzo impanato con patatine e insalata. Io scelgo il Prego regional nu prato, con patatine: una saporita bistecca marinata nel vino con una salsina piccantina. Un’acqua, un bicchiere di buon rosso della casa e due caffè. Spendiamo in tutto 18,40 euro in contanti. Torniamo a casa per una pausa. Più tardi ripartiamo.

 

Aqua de pau.

Prima sosta al piccolo porticciolo peschereccio di Aqua de Pau. Qui vediamo un ristorante (Caloura) che, nonostante l’ora (15,30) è ancora pieno di commensali. Oltre al minuscolo porticciolo e al ristorante, c’è un molo che termina con una piscina. Le onde dell’oceano la riempiono ed è possibile fare il bagno nell’acqua dell’oceano in sicurezza.

Ripartiamo per Vila Franca do Campo. Andiamo al porto per gustare la dolce specialità locale: la Queijadas da Vila da Adelino Morgado. Ne assaggiamo due, davvero deliziose! Franca vuole provare anche quella al cocco. Poi prendiamo una confezione da sei di questi ottimi dolcetti al formaggio, dal sapore delicato ma gustoso. Facciamo un giro per questa cittadina. Nella piazza principale una donna con un cagnolino vede Olly e iniziamo una conversazione. La signora è di quest’isola e non è mai andata via da qui.

La sua parlata, come quella degli azzoriani, è davvero particolare, chiusa, ed è difficile da capire. Torniamo a casa. Più tardi vado a chiacchierare con Jorge, il proprietario della casa, che sta lavorando nell’orto. Anche lui è azzoriano (dell’isola di Terceira) ma parla meno stretto e lo capisco un po’ meglio. Mi dice, ridendo, che a volte quando in tv intervistano gli azzoriani, mettono i sottotitoli. Poi mi avvisa che domani faranno il pane e lo cuoceranno nel forno a legna. Ok, grazie.

Il nostro quarto giorno di viaggio.

Continua il viaggio alle Azzorre. Al mattino Carlos e Tània ci chiamano, avrebbero bisogno la Opel Corsa per i nuovi arrivati perché sono in quattro, e in cambio ce ne danno una più recente! Si tratta di una Fiesta bianca a due porte. Allora prendiamo la Fiesta e andiamo a Ponta Delgada a vedere il mercato che, causa lavori di rifacimento del tetto di copertura, si svolge temporaneamente nel parcheggio sotterraneo.

Frutta, verdura e ananas della Azzorre. Ne acquistiamo una. Poi andiamo direttamente alla Plantação de Ananás dos Açores, nei dintorni di Ponta Delgada. La visita alla piantagione è gratuita, una fila di serre dove crescono le basse piante di ananas, ogni pianta un frutto e, per fare quel frutto, ci vogliono dai 18 ai 24 mesi. Ecco spiegato anche il prezzo alto.

Alla fine della visita ci offrono, nell’annesso bar, un liquorino all’ananas e un assaggio di un’ottima marmellate di ananas. Poi ordiniamo, a pagamento (7 euro) un fresco succo di ananas servito dentro un ananas vero. Buonissimo.

Anche la cannuccia è commestibile. Acquistiamo anche un piccolo vasetto di marmellata di ananas. Torniamo a casa per pranzo. Jorge non ha ancora acceso il forno. Aspettiamo un po’ e visto che i tempi per cuocere il pane diventano lunghi, noi pranziamo con Bolo Levedo acquistato ieri (una specie di pane leggermente dolce, tipico delle Azzorre) farcito con prosciutto e il gustoso formaggio azzorriano e scaldato in forno. Tània ci porta della marmellata che ha fatto con i fichi del loro orto. Buonissima.

Ponta Delgada.

Più tardi andiamo a visitare Ponta Delgada, la città più grande delle isole Azzorre. Il centro storico è integro, bei monumenti e tipiche chiese in stile portoghese. Non esiste però un centro pedonale vero e proprio che raggruppa negozi e ristoranti. Ci sono negozi e locali, ovviamente, ma sono sparpagliati. C’è una passeggiata sul lungomare e barche che propongono tour in mare per l’avvistamento di cetacei e delfini. Una grossa nave da crociera è ancorata al porto. Arriviamo fino al forte e poi torniamo a riprendere l’auto.

Percorriamo il lungomare e andiamo a vedere dove si trova il ristorante Farol, che ci ha consigliato questa mattina al mercato, una ragazza italiana.

Poi Franca vuole visitare anche l’altra piantagione di ananas, quelle di Arruda. Sono le più conosciute ma alla fine sono serre simili a quelle di stamattina. Anche qui, dopo una breve spiegazione si gira liberamente e alla fine ci offrono il liquorino all’ananas. Ultima tappa al Centro commerciale Antlantico e poi torniamo a casa per la cena. Tània ci porta una pagnotta ancora calda che hanno cotto nel forno a legna.

Furnas.

Il tempo é coperto e minaccia pioggia. Partiamo in direzione Furnas. Arriviamo giusto in tempo per assistere, alle ore 11, al dissotterramento dei pentoloni del Cozido (una specie di bollito misto). Il Cozido viene messo in pentoloni, sotterrati nella bollente terra bollente delle Caldeiras, dove cuoce.

Per entrare alle Caldeiras, si paga un ticket di 3 euro a persona e si può ritornare più volte in un giorno. Pranziamo da Tony (avevo prenotato ieri) che è il ristorante più gettonato. Il Cozido (che costa 15 euro a persona, 26 euro per due) è composto da salsiccia, pollo, costine di maiale e manzo. Accompagnato da patate, riso, verza e inhami, un tubero locale che non mi ha entusiasmato. La carne è buona.

Poi andiamo al Parque Terra Nostra. L’ingresso costa ben 10 euro a persona anche se non si fa il bagno nella grandissima piscina di acqua calda, gialla (ferrosa). La piscina è davvero grande e c’è un buon numero di persone che si immerge. Giriamo per il parco. È un posto magnifico, un giardino tropicale bellissimo e rigoglioso. Rispetto a Caldera Velha questa foresta è molto più grande. Quando usciamo, torniamo alle Caldeiras, quelle di stamattina, per vederle con calma. L’acqua ribolle ed emana odore di zolfo. Di tutt’altro genere il laghetto di fronte, placido e dai riflessi verdi. Facciamo una passeggiata nel bosco che circonda il lago e poi ripartiamo. Saliamo al Miradouro do Lombo dos Milhos. Sembra di trovarsi in un verde paesaggio alpino.

Vila Franca do Campo.

Andiamo a Vila Franca do Campo perché alle ore 18 è prevista la processione della Festa de Sào Miguel. È una processione che coinvolge tutti i comuni dell’isola, Santi portati in processione, bande musicali, boy scout e pompieri. Una lunga sfilata.

Prima di tornare a casa, facciamo una sosta al porticciolo di Lagoa per vedere la piscina con acqua di mare.

Segue una bellissima giornata. Praticamente la prima con sole pieno, anche se qualche nuvola passeggera non manca. Massima 24 forse 25 gradi. Partiamo in direzione Sete Cidades. Dopo Relva la strada sale dolcemente attraversando prati e mucche al pascolo. Ci fermiamo in alcuni Miradores lungo il percorso.

Arriviamo al P del Lagoa do Canàrio. Il piccolo parcheggio è pieno e troviamo posto più avanti, lungo la strada. In effetti c’è tanta gente. Entriamo dal cancello e percorriamo a piedi circa un chilometro. Poi il sentiero sale, e di colpo, si affaccia sotto di noi uno dei laghi di questo posto. Bello, anzi bellissimo. Proseguendo la salita ancora di poco arriviamo al Miradores Boca do Inferno, e qui lo spettacolo è fantastico!  Lì sotto, molto più in basso, si ammirano due, anzi tre laghi che si trovano nei crateri dei vulcani. Dietro si staglia, azzurrissimo, l’oceano. Una vera meraviglia. Tornando all’auto, faccio una piccola deviazione per ammirare il piccolo laghetto verde do Canàrio.

Miradouro da vista do rei.

Anche qui da togliere il fiato. Si vedono i due laghi principali (il terzo è troppo laterale). Rispetto al Miradores Boca do Inferno, qui siamo più in basso e i laghi sono più vicini e si possono ammirare in tutta la loro estensione e bellezza. Qui ci sono anche i bagni e uno scheletro di un hotel abbandonato dove alcuni giovani si arrampicano (nonostante il divieto) per fare le foto da un punto più alto. Il tempo è soleggiato, alcune nuvole arrivano e passano veloci.

Dopo aver riempito gli occhi di questa meraviglia, riprendiamo l’auto e scendiamo nel villaggio di Sete Cidades. La piccola cittadina offre poco. Pranziamo in un rustico ristorante a buffet (Sao Nicolau). Niente di particolarmente attraente. Spendiamo in tutto 24 euro.

Ripartiamo per Mosteiros. Prima di arrivarci ci fermiamo sia al Miradouro da Lomba do Vasco, che in quello da Ponta do Escalvado.  Si ammirano dall’alto i faraglioni di Mosteiros e la costa. Molto belli, specialmente la vista da Ponta do Escalvado. Arriviamo nel villaggio e ci fermiamo prima sulla spiaggia lavica, nerissima, proprio di fronte ai faraglioni che, con un po’ di fantasia, richiamano dei Monasteri (da qui il nome del paese). Proseguiamo attraversando il piccolo centro e ci fermiamo sul lungomare dove ci sono le piscine naturali. Le rocce formano alcune vasche come piccole piscine. L’acqua qui dentro è calma, non ci sembra molto fredda. Qualcuno fa il bagno.

Ponta da Ferraria.

La prossima tappa è dedicata ad altre piscine naturali, quelle da Ponta da Ferraria. Eravamo praticamente arrivati ma l’ultimo tratto di strada in discesa è formato da alcuni incredibili, ripidissimi tornanti, Franca non voleva più proseguire! Allora, riesco a far manovra in un tornante e risaliamo sulla strada principale. Le piscine le vedremo dall’alto dal Miradouro da Ilha Sabrina.
Torniamo verso Ponta Delgada lungo la costa. Alcuni Miradouro lungo la strada ma non entusiasmanti. Propongo, visto che il bel tempo persiste ed é ancora presto, di riprovare a tornare al Miradouro do Lagoa de Fogo, evitando il passo, transitando da Ribeira Grande a Caldera Velha.
Punto Google Maps e, nonostante qualche nuvola arriviamo con il sole.

Dal miradouro la vista sul lago è straordinaria. Anche questo lago si trova in un vulcano e dietro c’è l’oceano. Davvero una cartolina. Non scendiamo al lago. Avevo letto che per percorrere il sentiero in discesa e poi risalire, ci si impiega un’oretta.

Secondo me ci vuole di più, il lago è davvero molto in basso. Ammiriamo ancora un po’ quel panorama fantastico e poi torniamo a casa, contenti di quello che abbiamo visto in questa bellissima giornata.

Ultimo giorno alle Azzorre.

Domani si torna a Lisbona. I sei giorni in questa isola a nostra disposizione sono letteralmente volati. Oggi giornata prevalentemente nuvolosa ma piacevolmente calda. Ieri è stata l’unica giornata con sole pieno. Qui, almeno in questo periodo, la temperatura è gradevole, minima 17 gradi, max 25. C’è molta umidità. Jorge mi ha detto che d’estate i muri della casa, addirittura colano, per la tanta umidità. Dedichiamo la mattina a Ponta Delagada, gironzolando in centro e sul lungomare. Torniamo alla macchina verso le 12,30 e troviamo sul parabrezza una multa per divieto di sosta. Neppure sapevamo che il parcheggio era a pagamento. Comunque l’importo è di  solo 6,60 euro.

Partiamo e andiamo a pranzo al Farol, il ristorante che ci aveva consigliato la ragazza incontrata al mercato. Per antipasto un formaggio fresco locale con una salsina di peperoni. Franca prende il bacalhao fritto con patatine. Il merluzzo è molto buono. Io scelgo le Lapas grigliate, sono frutti di mare dal sapore particolare.

A Franca non piacciono, a me sì. Poi prendo calamari grigliati (buoni e abbondanti) con patate. Due dolci, un ottimo vino bianco della casa, un’acqua da 1 litro e mezzo, due caffè e spendiamo in tutto 57,80 euro.

Facciamo un giro e poi torniamo appartamento.

Viaggio alle Azzorre quasi finito.

Più tardi andiamo alla scoperta di Lagoa, il paese dove abbiamo l’appartamento: Piazza, chiesa e le piscine naturali. Non si paga l’ingresso, almeno in questa stagione, così entro per vederle e immergere i piedi. Sono più grandi di quella di Agua de Pao.

Giorno 7 – Oggi il tempo è molto coperto e inizia anche a piovere. Arriviamo all’aeroporto di Ponta Delgada. Dopo il check-in e i controlli, acquistiamo al duty free, una bottiglia di liquore al quesjinho di Vila Franca e una bottiglia di liquore al maracujà.

Atterriamo a Lisbona alle 14,15 ora portoghese e fa un gran caldo, almeno 30 gradi. Prendiamo un taxi (11 euro) e arriviamo finalmente al nostro camper, in campeggio.

Facciamo un controllo generale, sembra tutto ok. Apro il gas, accendo il frigorifero, spuntino veloce e poi lasciamo il campeggio di Lisbona. E sì, è stato bello riprendere possesso del nostro camper.

Camper, dolce camper…

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