di Franco Parla
Passaggio in Albania
Durante il mio recente viaggio nei Balcani ci siamo fermati alcuni giorni in Albania, un paese che negli ultimi anni si sta aprendo al turismo.
Cosa mi è piaciuto dell’Albania:
la disponibilità delle persone, pronte a darti qualunque informazione e ad aiutarti in caso di necessità. Tra l’altro, un albanese su tre parla italiano, per cui la facilità di comunicazione è sorprendente.
I costi, che qui sono davvero più bassi dei nostri, almeno per il momento.
Cosa non mi è piaciuto:
i tanti cani randagi e, in alcune località, specialmente al sud e sulla costa, i rifiuti sparsi lungo le strade e su alcune spiagge.
Nell’insieme, pur non avendo visitato tutto quello che questo piccolo paese offre, è stata un’esperienza positiva.
Ho trovato strade molto belle (appena asfaltate) e altre, fuori dalle rotte più battute, un po’ meno belle. È un paese in fermento, dal punto di vista turistico è in espansione; si costruisce (purtroppo anche sulle coste) e si recuperano centri storici.
Impressionante la quantità di auto Mercedes circolanti. Qui la marca tedesca è un vero e proprio stato symbol: non importa se nuova, vecchia, o vecchissima, purché sia una Mercedes!
Venerdì 16 settembre 2022 Ulcinij (Montenegro)
Al mattino il cielo è coperto anche se la temperatura è di 25 gradi. Portiamo Olly (la nostra cagnolina) a fare una corsetta in spiaggia e poi partiamo. Prima di arrivare alla frontiera con l’Albania facciamo il pieno. Inizia a piovere. Arrivati alla dogana albanese troviamo una lunga coda. Comunque, ci metteremo meno di 20 minuti per passarla ed entrare in Albania. Non ci hanno nemmeno controllato i documenti, hanno solo annotato il numero di targa.
La pioggia è battente.
Arriviamo al camping Legjenda, che si trova a tre km dal centro di Scutari (Shkoder). Nonostante l’ultimo pezzo di strada sterrata sia malandata, il campeggio è molto bello.
Costa 20 euro, più 2,50 euro per la corrente.
Restiamo nel camper, perché la pioggia è davvero incessante.
Dopo le 15 chiediamo alla reception di chiamarci un taxi. Ci rispondono che ci costerà circa 6 euro. Ok va bene. Olly rimane in camper e noi andiamo in centro. Piove forte ma poi, per fortuna c’è una tregua. Il centro pedonale è piccolo ma ristrutturato e molto ben tenuto. Tanti locali nuovi.
Compriamo una SIM per internet in un negozio One, 8 Gb per 11,77 euro.
Poi cambiamo 70 euro per 8.155 Lek (1 euro x 116,5 Lek, ovvero 0.0858 Lec per euro) perché abbiamo constatato che qui sono in pochi ad accettare l’euro. In una bella pasticceria prendiamo un caffè e ci gustiamo dei dolci locali. I prezzi sono decisamente più bassi dei nostri.
Facciamo ancora due passi e poi chiediamo ad un taxi di riportarci in campeggio.
Il taxista ci chiede 500 Lek, ovvero circa 4,30 euro, meno dl taxi che ha contattato il campeggio (6 euro).
Ceniamo al ristorante del campeggio. È un bel locale dall’atmosfera rustica ma elegante. I tempi di attesa però sono lunghi. Franca prende dei calamari alla griglia (un po’ duri) io opto per una grigliata mista (ottima e abbondante). Con un 1/2 di vino rosso albanese (davvero non male), un’acqua grande, due caffè e un’ottima Rakia, la grappa albanese, spendiamo 26,17 euro.
Sabato 17
Altro acquazzone notturno. Al mattino il tempo è ancora coperto e minaccia ancora acqua. Lasciamo il campeggio dopo aver pagato e dopo le operazioni consuete di scarico e carico. Andiamo a vedere il grande lago di Scutari, il più grande dei Balcani. Appena usciamo dalla città, passiamo da un paesino poverissimo; non so se si stratta di zingari o altra etnia, ma il posto era veramente malandato e contrastava molto con il nel centro pedonale. Sulla strada per il lago abbiamo trovato cavalli e cani in mezzo alla strada. Il tempo cupo contribuisce a ingrigire il lago. Sì, è vero che è davvero enorme (non si vede la fine) ma sembra tutto trascurato. Poi andiamo a nord di Scutari, per vedere il ponte storico di Mes (Ura e Mesit).
Dopo una bella circonvallazione a doppia corsia (con tanto di pista ciclabile e pedonale) per arrivare al ponte, percorriamo un tratto di strada stretta e molto rovinata. Però da ambo i lati della strada c’è uno spazio di un metro, sterrato, così, quando incrociamo qualcuno, possiamo accostare. Il ponte è davvero molto bello e imponente. Un po’ di rifiuti in giro e un misero parcheggio sterrato e irregolare. La veduta dello storico ponte e il paesaggio bucolico compensa il resto.
Torniamo a Scutari e poi ci dirigiamo verso Tirana. La strada è trafficatissima, buona parte in ottimo stato, e in alcuni tratti sono come le nostre, cioè un po’ dissestate ma non problematiche. C’è anche un tratto di autostrada gratuita.
L’arrivo a Tirana
Arriviamo a Tirana, all’hotel Baron per le 13. Nel P dell’hotel c’è posto per tre, forse quattro camper nell’angusto parcheggio. Il costo è di 17 euro a notte, incluso allacciamento elettrico e un ottimo wi-fi.
C’è lo scarico delle grigie e per la cassetta, però ci viene detto che l’acqua non è potabile. Al primo piano dell’hotel c’è a disposizione un bagno con doccia riservato ai camperisti.
Sulla strada c’è la fermata del bus che non ha un numero, ma bisogna prendere quello bianco con la riga rossa che riporta la scritta: Qender-Sauk-Teg.
Il tempo è coperto e minaccia pioggia. Fortunatamente pioverà solo in serata. Dopo pranzo lasciamo Olly in camper, prendiamo il bus e andiamo in centro. Una signora che parla italiano ci aiuta e ci spiega come muoverci. Il biglietto si acquista sul bus dal controllore al prezzo di 40 Lek a persona (35 centesimi di euro).
In 15′ siamo in centro.
Tirana è una grande città in evoluzione, si stanno costruendo grattacieli e palazzi modernissimi. Non ha però un centro storico vero e proprio. Non c’è un’area pedonale con palazzi e piazze chiuse al traffico.
Ci sono pochi monumenti storici, ma tanti musei e cose da vedere. La centralissima ed enorme Piazza Scanderbeg, è grande e vuota. Ai lati, la piccola antica moschea e la torre dell’orologio, unici monumenti storici, sono sovrastati da altissimi palazzi e hotel in costruzione.
Visitiamo il Museo Nazionale di Storia
(ingresso 500 Lek a persona), una grande raccolta di reperti che illustrano la storia dell’Albania fin dai tempi remoti, ad oggi. La visita più suggestiva, però, è stata quella al Bunk’Art 2: l’enorme bunker sotterraneo costruito durante la dittatura da Hoxha, per proteggersi in caso di attacco atomico. Non mi era mai capitato di visitare un bunker antiatomico e questo è davvero enorme.
Visitiamo la Cattedrale della Resurrezione di Cristo
una recente e scenografica chiesa ortodossa.
La grande e bellissima moschea accanto al parlamento, invece era chiusa.
Gironzoliamo, cambiamo ancora degli euro in Lek, assaggiamo delle sfogliate al formaggio in un minuscolo negozio che le sforna in continuazione e facciamo un giro anche nel grande centro commerciale Toptani (curiosamente all’interno c’è anche un supermercato Conad con tanti prodotti italiani).
Alle 19 prendiamo il bus e torniamo facilmente al camper.
Domenica 18
Questa mattina dalle 7,30 iniziava il via vai del personale e clienti dell’Hotel. In più, se consideriamo che non siamo lontani dalla strada, e il passaggio di auto e camion si fa sentire, questo posto va bene giusto per una notte o due, il tempo di vedere Tirana.
Verso Berat
Oggi si intravede anche il sole, sebbene il cielo rimane parzialmente coperto.
Lasciamo Tirana e partiamo in direzione Berat, seguendo le indicazioni che avevo visto la sera precedente sulla cartina stradale. Perché il navigatore, che punta al percorso più diretto, ci avrebbe fatto passare da una strada secondaria.
Arriviamo per mezzogiorno al River Side Camping, poco prima del centro storico di Berat. Il campeggio è semplice ma ben tenuto e con tutti i servizi, tranne l’acqua, che c’è, ma anche qui non è potabile.
Per 15 euro abbiamo tutto, incluso un lavaggio gratuito con la lavatrice. Franca ne approfitta per fare il bucato visto che siamo in viaggio da un po’. La signora che gestisce il campeggio è molto gentile e ci porta in omaggio, un piattino con della frutta. Pranzo, relax e pulizie generali.
Verso le 17 ci incamminiamo e in 10 minuti siamo al borgo di Berat, davvero pittoresco, sembra un villaggio ottomano, intatto, arroccato su una collina e dominato da una fortezza.
In effetti Berat fa parte del Patrimonio dell’Unesco. Più avanti, in basso, si trova la parte nuova, con negozi, bar e ristoranti.
Torniamo al camper dopo le 19. Fa fresco.
Lunedì 19
Ci incamminiamo verso il centro storico di Berat, per poi salire al castello. C’è fermento a Berat; almeno un centinaio di operai sono indaffarati a recuperare case e ripristinare il ciottolato. Nel centro storico ci sono cantieri ovunque. Evidentemente sono arrivati i soldi dell’Unesco.
Lungo la salita, visitiamo il museo etnografico. Molto bello, una grande casa ottomana-albanese di fine 800 ben arredata con mobili d’epoca. Ingresso 300 Lek.
Arriviamo finalmente al castello dopo una lunga salita a piedi. Entrati da un arco che si apre tra le mura in rovina, troviamo un piccolo villaggio con qualche negozio di souvenir e un ristorante. Le mura in rovina offrono scorci panoramici sulla valle sottostante ma, la veduta più bella la si gode dal belvedere e ci si arriva al termine di una stradina di ciottoli.
Arriviamo al camper a mezzogiorno, limite max per rimanere in campeggio e non pagare la quota del giorno dopo. Chiedo alla gentilissima proprietaria se ci concede ancora un’ora, così possiamo pranzare e fare le solite operazioni. Acconsente malvolentieri perché il piccolo campeggio è pieno e potrebbero arrivare clienti, ma alla fine sorride e mi dice: ok!
Nota: questa mattina molti camperisti stranieri sono rimasti in campeggio per vedere in tv il funerale della Regina d’Inghilterra.
Verso Argirocastro.
Partiamo poco dopo le 13.
Ripercorriamo parte della strada di ieri e poi giriamo verso Fier.
Da qui inizia la discesa verso sud. La strada attraversa valli e montagne ma è molto scorrevole, quasi monotona. Non attraversa praticamente nessun villaggio e il traffico è ridotto. È in ottimo stato, sembra recente.
Arriviamo poco dopo le 16 a “Ora RV Camping” un campeggio sulla strada, che dista un kilometro e mezzo dalla parte nuova di Gjirokaster (Argirocastro).
Il campeggio sembra il parcheggio dell’annesso ristorante. Tutto piastrellato, in leggerissima pendenza. C’è allacciamento elettrico, carico (potabile) e scarico.
Accanto al ristorante ci sono le docce. Costo 20 euro. C’è un altro campeggio proprio a fianco (il Green Park), entrambi sono situati a lato della strada. Ci fermiamo comunque al Ora RV.
Ci portano persino un drink di benvenuto, vino rosso zuccherato e chiodi di garofano.
Ci facciamo chiamare un taxi e ci facciamo portare fin sopra la città vecchia, all’ingresso del castello. Il costo proposto dal taxista è di 1000 Lek (circa 8,50 €), forse un po’ alto per i canoni albanesi, ma, quando il taxi ha iniziato ad inerpicarsi, passando la città vecchia e poi proseguendo lungo la ripida salita fino al castello, ho pensato che sì, se li è guadagnati.
Il castello
Il castello è davvero imponente, l’ingresso costa 400 Lek a persona. Anche qui al castello fervono i lavori per il recupero di parti danneggiate e da ripristinare. All’interno del castello c’è il museo, per visitarlo bisogna fare un altro biglietto (200 Lek a persona). Giriamo per l’imponente castello e ammiriamo i panorami. Sui bastioni ci sono diversi cannoni e armi pesanti.
Poi scendiamo a piedi nel centro storico, al Bazaar.
Gjirokaster fa parte della Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Bianche case basse e vie di ciottoli, stile ottomano, un insieme davvero pittoresco. Negozi di souvenir e tanti ristoranti. Poi iniziamo la lunga discesa verso la parte nuova della città che si trova, appunto nella parte più bassa. Usciti dalla zona chiamata Bazaar, le case e le vie continuano ad essere uguali a quelle del Bazaar, ma non ci sono più negozi nè ristoranti. Molte case sono disabitate, alcune le stanno recuperando.
Attivati nella zona nuova, ceniamo al volo in una pasticceria dove fanno un po’ di tutto. Infatti mangiamo sul posto un ottimo Kebab albanese e prendiamo dei baklavà che portiamo al camper, dove li degusteremo prima di bere il caffè.
Martedì 20
Al mattino paghiamo (20 euro) e partiamo in direzione Syri i Kalter (Occhio Blu). Quando lasciamo la statale, la strada inizia a salire. La discesa è stata molto più lunga della salita, con diversi tornanti. Evidentemente da questo lato della montagna siamo scesi parecchio di quota. Il fondo stradale non sempre è buono ma tutto sommato è una strada fattibile.
Arriviamo alla località Syri i Kalter. Cè un grande parcheggio, è nuovo ed è ancora in fase di realizzazione.
È gratuito però c’è già posizionato il box della cassa, quindi in futuro il parcheggio sarà a pagamento. Più avanti, vicino all’ingresso, c’è il vecchio parcheggio a pagamento, sterrato, piccolo e strapieno. Tra l’altro dista solo 100 metri da quello nuovo e gratuito.
Dall’ingresso (5 Lek a persona) per arrivare alla sorgente, ci sono da percorrere a piedi due km. Il percorso è agevole, tramite una nuovissima ciclopedonale. Tra breve dovrebbe essere disponibile anche un trenino. Anche qui fervono i lavori per migliorare il sito.
Syri i Kalter è un mistero della natura.
Una sorgente d’acqua carsica e di fenomeni naturali, uno specchio di acqua cristallina che sgorga da un buco del quale non si è certi della profondità (si presume oltre 50 mt). La temperatura costante della sorgente è di 12 gradi. C’è davvero molta gente (e tanti italiani) e questo influisce un po’ con la magia del posto. Comunque è una rarità della natura che va vista.
L’acqua è bellissima e colorata e, in corrispondenza del buco della sorgente, l’acqua ribolle e il colore è di un bel blu intenso. Portiamo con noi anche Olly (i cani sono ammessi) perché il P è in pieno sole, anche se troviamo una porzione di ombra da una pianta.
Si va a Ksamil!
Poi partiamo in direzione di Ksamil. Questa parte dell’Albania è sicuramente quella dove vediamo più rifiuti e spazzatura in giro, ai lati delle strade. Comunque, non potevamo lasciare l’Albania senza vedere una delle località di mare più conosciute e più frequentate. Arriviamo al Ksamil Caravan Camping.
La via che porta al campeggio è sterrata e non è invitante. Lo stesso campeggio sembra improvvisato. Distribuito su più cortili e dislivelli, affittano anche stanze e sembra più una comune.
Lidia, la proprietaria, parla un pò italiano. È molto cordiale, ci offre un caffè freddo ci regala due bottigliette di acqua fresca. Il costo è di 10 euro a persona, la piazzola è inclusa. Ci sistemiamo.
Come sono le spiagge a Ksamil ?
Vado a vedere il mare che si raggiunge tramite un sentiero sconnesso (qualche rifiuto lungo il percorso) e che dista un paio di minuti. Si passa accanto ad un altro campeggio (il Sunset) dall’ingresso più agevole, su un piano unico e con alberi, poi si susseguono delle piccole calette, ognuna monopolizzata all’ingresso, da un bar/ristorante con noleggio ombrelloni.
L’acqua è bella e colorata ma non è limpida, però c’è vento e potrebbe essere questo il motivo.
Lasciamo Olly nel camper con il condizionatore acceso e andiamo a fare un giro per Ksamil.
Le spiagge non sono grandi, le calette non sono collegate tra loro e devi sempre salire o scendere sulla strada per raggiungerle. Le spiagge sono tutte occupate dagli ombrelloni dei bar che le gestiscono, non ho visto spiagge libere. Siamo alla fine di settembre e ci sono davvero ancora tante persone in spiaggia.
Ksamil non ha un centro vero e proprio, l’espansione repentina della località è senza una visione generale. Per cui, ogni caletta è isolata e circondata da ristoranti e bar; negozi e locali sono sparsi un po’ ovunque.
Facciamo un giro anche in alcuni minimarket e spendiamo qualche Lek, perché domani si va in Grecia.
Mercoledì 21, si va in Grecia!
Paghiamo il campeggio (20 euro) e lasciamo Ksamil. Procedendo a sud arriviamo a Butrint, un sito archeologico che è stato il primo sito albanese ad essere inserito nella lista dei patrimoni mondiali dell’UNESCO, nel 1992. A differenza degli altri siti archeologici, Butrint è immerso nella natura e l’ingresso costa 700 lek.
Poco dopo Butrint siamo di fronte allo zatterone traballante che attraversa questo stretto, evitando così di fare un lungo giro in camper. Franca quando vede quel rottame di legno sembra molto perplessa, non sembra molto entusiasta e non vuole salire lì sopra con il camper, ma alla fine la convinco.
Saliamo sulla zattera che, trainata da due funi, in pochissimo tempo arriva sull’altra sponda. Il costo per questa minuscola attraversata è di 10 euro, oppure 140 Lek. Pur essendo svantaggioso il pagamento in Lek, pago con questi, altrimenti rischiamo di non poterli più spenderli. Più avanti faremo anche il pieno nell’unico distributore prima della frontiera con la Grecia. Qui in Albania, come in altri stati dei Balcani, il prezzo dei carburanti è fisso per tutti i distributori. Il gasolio costa 261 Lek al litro (1,820 euro al litro).
Pochi minuti alla dogana albanese e nessuna attesa in quella greca, quindi entriamo in Grecia.
Stai per partire per l’Albania in camper?
Cerca le strutture convenzionate con la nostra Premium Card digitale.
scopri Camperisti Italiani Premium,
“un mondo di vantaggi a misura di camperista”
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE: