In camper in Marocco.

Nel 2014, durante il nostro viaggio in Marocco, io e Franca eravamo in compagnia di una coppia di amici camperisti, Roberto e Angela.

Arrivati a Ouarzazate, abbiamo deciso di provare un’esperienza unica: effettuare un’escursione in fuoristrada e dormire una notte in tenda in pieno deserto. Ecco un estratto dal mio diario di viaggio. 

Marocco 2014 “12 marzo 2017, mercoledì.

Riprendiamo il viaggio alla volta di Ait Ben Haddou, per arrivare dobbiamo arrampicarci e passare due passi di montagna, uno a circa 1500 mt e l’altro a 2300mt di altitudine. Partiamo dal campeggio alle nove e trenta, ma arriviamo a destinazione alle diciotto!

La strada è lentissima, in compenso i panorami sono stupendi, facciamo un paio di soste, compresa quella per il pranzo. Arriviamo a Ait-Ben-Haddou, il colpo d’occhio è strepitoso, inoltre, c’è la luce perfetta per scattare delle foto suggestive. Sistemiamo i due camper e poi cena al ristorante del campeggio a base di tajne di polpette!

Roberto, con il consenso del titolare, va a prendere una bottiglia di vino dal suo camper e la stappa per la cena. Usciamo e… diluvia. Qui dicono che è la prima pioggia dall’inizio dell’inverno. È ovvio, siamo arrivati noi! Km 61549 Cena in campeggio Zayt Oune (Ait Ben Haddou). Questa mattina presto visitiamo la Kasbah (ksar) patrimonio dell’Unesco, il posto è molto bello, essere arrivati fin qui, valeva davvero la pena. Una ragazza del posto si è proposta per farci da guida.

La Kasbah.

Prima di mezzogiorno partiamo verso Ouarzazate.

Ci fermiamo per il pranzo in camper davanti agli Atlas Studios che poi visiteremo. Qui hanno girato una miriade di film storici: Lawrence d’Arabia, Edipo Re, Gesù di Nazareth, Il gioiello del Nilo, Agente 007 – Zona pericolo, L’ultima tentazione di Cristo, Il tè nel deserto, La mummia, Il gladiatore, Alexander.

Senza dubbio il posto si presta per questo tipo di film storici. Partiamo e ci dirigiamo al campeggio di Ouarzazate.

Facciamo un giro anche nella Kasbah di questa cittadina.

Km 61589 Campeggio 80 mad- Il campeggio si chiama Zayt Oune (Ait Ben Haddou) molto rustico, doccia (1 sola funzionante) di difficile regolazione. Si trova in fondo alla strada sulla destra, appena prima del Camping Jardin de Kasbah.

Quando andiamo alla reception per pagare il campeggio ed avere informazioni in merito all’escursione nel deserto. Colpo di scena! Scopriamo che noi ed i proprietari del campeggio di Ouarzazate abbiamo un amico in comune, in Italia. I ragazzi sono increduli. La scenetta è troppo divertente, non resisto e telefono all’amico.

L'escursione numero uno in Marocco.

Ci consigliano senza dubbio, l’agenzia “Bivouac sous les Etoiles”, una cooperativa formata da un gruppetto di ragazzi in gamba. La sede è a M’Hamid l’ultima cittadina prima del deserto ma, a causa di pesanti lavori di rifacimento del manto stradale, ci viene sconsigliato di percorrerla in camper e di fermarci in un campeggio a Zagora.

Al termine dell’escursione, ci vogliono ancora qui, perché, ci dicono, “dovete provare la cucina di nostro fratello Noredin. Lui ha lavorato in un ristorante in Italia e adesso ne gestisce uno qui a Ouarzazate, “Il Restaurant Phoenix”.

rintracciano uno dei ragazzi del “Bivouac sous les Etoiles” che risiede a Ouarzazate. Arriva in campeggio indossando i vestiti berberi, con tanto di turbante e ci prepara un preventivo. Ovviamente possiamo portare anche la nostra cagnolina, Olly, altrimenti non se ne fa nulla.

Andiamo a Zagora.

Da qui domani, partiremo per l’escursione nel deserto. Arriviamo a Zagora che sono quasi le sedici, ci sistemiamo in campeggio, facciamo un po’ di relax e giriamo per la cittadina.

L’attrattiva di questo posto, oltre ai rinomati datteri, è il famoso cartello che indica, che da qui, mancano 52 giorni di viaggio (in dromedario) per arrivare a Timbouctu. Ci fermiamo al Camping Ouarzazate a circa 1 km ad est della Kasbah.

Alle undici si parte per il deserto del Sahara con un 4X4. Il nostro autista si chiama Giuseppe ed è un tipo simpatico. L’auto è un grande SUV della Toyota, dalle sospensioni davvero eccezionali.

Prima di arrivare al deserto Giuseppe effettua una sosta in un caratteristico villaggio e poi in una verdissima oasi di palme da dattero.

Arriviamo a M’Hamid, l’ultimo villaggio abitato, quindi percorriamo qualche chilometro nell’Hammada, un “predeserto” brullo e pianeggiante, cosparso di pietrisco e piccoli sassi e che precede il deserto vero e proprio, quello di dune e sabbia.

Infine ecco il Sahara, dorato, immenso. Qui sulla sabbia, Giuseppe rallenta ed affronta le dune con maestria. Soste in alcuni punti per le foto e per fare un picnic nel deserto sotto un albero. L’unico raro albero che possiamo vedere nei dintorni.

M'Hamid e il deserto.

Ci inoltriamo in pieno deserto.

Siamo fuori dal mondo e sono quasi le diciassette quando arriviamo all’accampamento.

Ad occhio, saranno dodici, forse quattordici tende a formare un rettangolo.

Appena dietro alle tende, una minuscola costruzione in muratura, occulta due rustici wc.

Nell’accampamento troviamo una decina di turisti.

Dopo il rito del tè, Giuseppe, il nostro autista, ci porta a vedere il tramonto con il Toyota, sopra le dune. La corsa in fuoristrada sulle dune è da brivido e quando scendiamo dall’auto ci troviamo sulla duna più alta.

Lo spettacolo del tramonto nel deserto è strepitoso.

Torniamo e ceniamo nella tenda principale insieme agli altri turisti francesi. I cinque ragazzi del “Bivouac sous les Etoiles” indossano tutti gli indumenti berberi.

Si danno da fare, sono ragazzi in gamba. Non solo cucinano, riordinano e organizzano escursioni.

Dopo cena, accendono un falò in mezzo all’accampamento, imbracciando dei tipici strumenti marocchini a corda e suonano le fantastiche melodie della cultura berbera. Il falò è anche l’unica fonte di luce. Intorno al fuoco si sta bene, in effetti adesso fa freschino.

Sapere che sei in pieno deserto, lontano da tutto, fa davvero un certo effetto. E poi quella musica ancestrale, il fuoco che arde, i ragazzi avvolti nei misteriosi turbanti e colorati abiti berberi… bè è impossibile non provare un’incredibile suggestione!

Il Marocco magico.

Quando, la musica finisce ed il fuoco viene spento, la giornata è finita.

E lì ti accorgi che pur non avendo più nessuna fonte di luce artificiale, il buio non è completo, anzi, si riescono a vedere tutti i contorni delle tende e delle dune circostanti.

Si intravedono anche i dromedari che stanno riposando appena fuori l’accampamento.

Infine, alzi lo sguardo verso il cielo e ti vengono i brividi. Di colpo realizzi che in vita tua non hai mai visto un cielo così stellato, limpido e luminoso, una meraviglia!

Mentre tutti si ritirano io aspetto, voglio fare due passi attorno all’accampamento, gustarmi questa incredibile notte stellata. Che adesso è diventata anche silenziosa.

Passeggio sulla fredda sabbia. Mi sembra tutto surreale, eppure è vero, sono qui nel nulla, tutt’intorno solo sabbia e nient’altro. Il primo centro abitato dista 60 km! Passo accanto al piccolo gruppetto di dromedari. Il debole bramito di uno di questi, rompe il silenzio notturno. Infine ritorno alla mia tenda. 

La seconda escursione in Marocco: il deserto.

Ci svegliamo presto per vedere il sorgere del sole nel deserto, lo spettacolo vale la levataccia.

Dopo colazione lasciamo l’accampamento. Sono quasi le undici quando ritorniamo al Camping les Jardins de Zagora, paghiamo il conto, prendiamo i nostri camper e ripartiamo diretti a Ouarzazate.

Arriviamo in campeggio verso le sedici e trenta e veniamo di nuovo accolti calorosamente dai proprietari. Facciamo pulizia ai nostri camper ma soprattutto dobbiamo farle il bagnetto a Olly per riportarla ad un colore accettabile (aveva assunto lo stesso colore della sabbia del deserto, tanto ha corso e si è rotolata nella sabbia).

Il bagno a Olly, dentro una bacinella, diventa l’attrazione del campeggio. E poi tocca a noi, una bella doccia ci voleva proprio. Questa sera si va a cena da Noredin.

E voi? Avete mai provato questa esperienza? Vi piacerebbe? Oppure avreste qualche timore per il fatto di trovarvi così lontani da un centro abitato?

Qualsiasi sia la risposta vi consiglio vivamente di provare questa magia e visitare il Marocco almeno una volta nella vita!

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